LA CARTA

la lettera della contessa Adelaide (o lettera di Adelaisa) il primo documento in Europa redatto su carta (1109)

OBIETTIVI DI QUESTA LEZIONE
Conoscere la carta
Conoscere il ciclo di produzione e i diversi tipi di carta
Imparare nuove parole e nuovi termini specifici

COSA DEVI RICORDARE?
La differenza tra risorsa, materia prima e materiale
La differenza tra materiali naturali e materiali artificiali
Cosa è il ciclo produttivo
La differenza tra prodotto e semilavorato

INDICE
1. COSAÈ LA CARTA

Scoperte archeologiche recenti hanno dimostrato che la carta era già usata in Cina a partire dal II sec. a. C. Nei tempi più antichi i Cinesi scrivevano su canne di bambù o, più raramente, su teli di seta, ma , le prime erano molto scomode da trasportare e i secondi eccessivamente costosi; l’introduzione della carta permise di ovviare a questi inconvenienti.
La conoscenza dei processi di fabbricazione –che prevedevano l’uso di fibre tessili di scarto insieme a materie prime vegetali come gelso, canapa, bambù e riso- passò in Corea nel 7° sec. d.C. e di qui in Giappone, estendendosi nel secolo seguente in tutto l’Oriente. Nel 751 i musulmani conquistarono Samarcanda, un importante centro sulla via della seta, facendo prigionieri alcuni cinesi fabbricanti di carta che rivelarono ai conquistatori il segreto della fabbricazione. Da Samarcanda, che divenne il primo grande centro di produzione della carta nel medio-oriente, gli Arabi diffusero la tecnica di produzione in Africa settentrionale, in Spagna e in Sicilia, da cui proviene il primo documento europeo su carta: la lettera della contessa Adelaide del 1109. In Italia si ha notizia di una cartiera che funzionava presso Bologna, sul Reno, prima del 1200, per opera del maestro Polese da Fabriano, città che, dalla seconda metà del 13° secolo, divenne e restò a lungo il primo centro della produzione cartaria italiana. 


1.COSA È LA CARTA

La carta è un materiale artificiale ottenuto dalla lavorazione di materie prime fibrose di diversa origine, ma principalmente vegetali, che vengono macerate, ridotte in una pasta umida e quindi in fogli più o meno sottili e flessibili per diversi usi, specialmente per scrivere, stampare o avvolgere. Il principale componente delle fibre vegetali è la cellulosa, sostanza che si forma durante il processo della fotosintesi clorofilliana. Altri elementi fondamentali sono le sostanze di carica (che rendono la carta liscia e bianca) e le sostanze collanti (che rendono la carta impermeabile agli inchiostri). A volte possono essere utilizzati anche dei coloranti.

La carta

2.LE MATERIE PRIME

Le materie prime che si impiegano nella fabbricazione della carta possono essere suddivise in quattro grandi gruppi: materie prime fibrose, che costituiscono la sostanza principale ed indispensabile per la carta; materie collanti, usate per dare alla carta un determinato grado di impermeabilità secondo l'uso al quale è destinata; materie di carica, impiegate per ottenere determinate proprietà della carta, in particolare per le carte destinate alla stampa; materie coloranti, usate per correggere il fondo delle carte e per la fabbricazione delle carte colorate.
Le materie fibrose sono quelle che formano la struttura di fibre intrecciate che dà origine alla carta e sono costituite in primo luogo dalle cosiddette paste di legno ottenute per lavorazione industriale di fibre vegetali allo scopo di separare la cellulosa (il componente principale delle fibre) dalla lignina (il collante naturale che le tiene insieme).


immagine di un foglio di carta al microscopio (254 ingrandimenti)
Le fibre vegetali provengono per la maggior parte da piantagioni a rapida crescita, destinate specificatamente alla produzione di cellulosa e dove gli alberi tagliati ogni anno sono immediatamente sostituiti da un numero uguale di piante nuove, ma vengono impiegati anche:
a) scarti di segheria e scarti provenienti dalla lavorazione del legno (cioè dalle fabbriche di imballaggi o mobili);
b) tronchi di piccola dimensione non utilizzabili per altre lavorazioni;
c) sottoprodotti della foresta, vale a dire parti degli alberi non adatte ad essere segate come i rami o le radici

Il diverso modo di eliminare industrialmente la lignina ci permette di distinguere tra
a) paste chimiche: il legname e le altre fibre vegetali vengono trattati con sostanze chimiche molto aggressive e inquinanti che separano la lignina dalla cellulosa; la pasta così ottenuta, detta pasta di cellulosa, è composta da cellulosa quasi pura e le carte prodotte con questo tipo di pasta sono sono ottime dal punto di vista qualitativo, sia come resistenza meccanica che come grado di purezza e di bianco. Le carte di pura cellulosa sono quasi illimitatamente durevoli nel tempo e, non contenendo lignina, ingialliscono in modo trascurabile. Questa pasta si utilizza anche per la produzione di fazzoletti di carta, tovaglioli e ogni tipo di carta assorbente. La resa in fibra delle cellulose è del 40-45% (da 100 Kg di legno secco otteniamo 40-45 Kg di pasta di cellulosa).
b) paste meccaniche: il legname e le altre fibre vegetali vengono sfibrati, cioè triturati, per via meccanica. Il ciclo produttivo non è molto diverso da quello descritto per la produzione di pasta di cellulosa, la differenza fondamentale sta nel fatto che la lignina e le sostanze incrostanti non vengono completamente sciolte; la resa si aggira sul 60% (da 100 Kg di legno secco ottengo 60 Kg i di pasta di legno).
La pasta ottenuta è meno pura e molto più grossolana in quanto la cellulosa non riesce a separarsi completamente dalla lignina. Le paste meccaniche trovano il loro impiego nella produzione di carta da giornale, da stampa, nel cartone ondulato, ecc.
c) paste semi-chimiche: hanno caratteristiche qualitative intermedie fra quelle delle paste di cellulosa (paste chimiche) e quelle delle paste di legno (paste meccaniche), visti gli alti costi gli alti costi di produzione e di depurazione si sta gradualmente abbandonando questo metodo produttivo.
Dopo il trattamento, meccanico o chimico, avviene lo sbiancamento delle paste, fatto tradizionalmente con il cloro, che è un elemento inquinante. Attualmente in Europa la maggior parte di produttori di paste e di carta si sono spostati verso sostanze di sbiancamento alternative, meno inquinanti. Le paste dette ECF (Elemental Chlorine Free cioè prive di cloro elementare) hanno sostituito largamente quelle prodotte con il cloro, soprattutto nelle carte da scrivere e da stampa.

Le materie prime fibrose diverse dalle paste di legno sono costituite da:
a) stracci di cotone, lino, canapa, iuta ecc.; prima dell’impiego questi stracci vengono selezionati, poi vengono ritagliati in piccoli pezzi, quindi cotti in autoclave in particolari soluzioni di calce e soda che agiscono da sgrassanti e da decoloranti. Il prodotto della cottura viene quindi sfilacciato in modo da dare una sospensione di fibre (cioè una miscela dove un materiale finemente suddiviso è disperso in un altro materiale in modo tale da non sedimentare, cioè preciptare sul fondo, in tempo breve);
b) carta di recupero (carta riciclata), costituita da ritagli, carta da macero ecc.; anche in questo caso si procede a un trattamento in autoclave, per eliminare la sporcizia, la colla, l’inchiostro ecc., e il prodotto viene poi sfibrato ed eventualmente ulteriormente decolorato.


3.IL PROCESSO PRODUTTIVO

3.1 LA PRODUZIONE PRE-INDUSTRIALE

I primi supporti cartacei, in Italia, vedono la luce nella prima metà del XIII secolo ed il lavoro dei primi cartai meglio assomigliava al lavoro di un cuoco. Gli stracci, la materia prima basilare, venivano raccolti, separati per tipo e lavati prima di essere tagliati e  sfilacciati, in acqua mediante un’azione meccanica di battitura nelle pile a martelli. 


vasca di macerazione degli stracci


la pila a martelli per la riduzione degli stracci in poltiglia


la sospensione di stracci raccolta nei tini

Con la pasta ottenuta dalla sospensione di stracci si riempivano dei tini dai quali il cartaio fa depositare sulla forma, un setaccio a maglie molto fini, uno spessore regolare di fibre che poi prelevava , sotto forma di foglio, per compattarlo ed asciugarlo prima pressandolo sotto un torchio e, successivamente, stendendolo all’aria. Una importante innovazione nella lavorazione degli stracci si ebbe con l’introduzione della tina olandese, che sostituiva le vecchie pile. Lo scopo era sempre quello di tagliare e sfilacciare la pasta di straccio, ma con una potenza maggiore.


la forma raccoglie la polpa in sospensione per formare il foglio


la pressa per eliminare l'acqua in eccesso dai fogli
lo stenditoio per l'asciugatura dei fogli
la tina olandese che consentiva, allo stesso tempo, di macerare e ridurre in poltiglia gli stracci

Osserva questo VIDEO sulla produzione artigianale della carta



3.2 LA PRODUZIONE INDUSTRIALE

Suddividendo, in modo molto schematico, tutto il ciclo produttivo della carta possiamo considerare quattro fasi:
– preparazione della massa fibrosa o impasto
– formazione del supporto di base
– trattamento della superficie con patinatura
– finitura e allestimento.

Il processo produttivo industriale della carta

A loro volta, ciascuna di queste fasi comprende un insieme di lavorazioni. Le varie fasi della produzione rimangono però separate sino all'invenzione nel 1797, da parte del francese Nicolas Louis Robert,  della macchina continua (o macchina piana) capace di produrre un foglio continuo di carta della lunghezza di 60 cm. La macchina continua fu poi perfezionata da Fourdrinier e Donkin e segnò l’inizio della fase industriale nella produzione della carta.


schema di funzionamento della macchina piana
la "tamburella" uno dei primi esemplari di macchina piana



osserva in questo VIDEO il processo di produzione industriale della carta





PREPARAZIONE DELL’IMPASTO
A seconda del tipo di carta che si vuole produrre, tanto le formulazioni quanto le materie prime differiscono tra loro. I vari tipi di paste giungono allo stabilimento sotto forma di balle essiccate che vengono periodicamente prelevate e inviate al reparto per la preparazione e quindi convogliate verso lo spappolatore detto comunemente pulper.
Il pulper è costituito da un cilindro con la parte inferiore tronco-conica. Sul fondo si trova una girante munita di denti e di pale con profilo particolare per imprimere all’acqua, contenuta nel cilindro, un moto vorticoso in grado di trascinare il materiale sminuzzato e imbevuto d’acqua verso il fondo. Terminata la fase dello spappolamento, la sospensione viene prima filtrata per trattenere eventuali inquinanti e, infine, scaricata e stoccata in appositi contenitori. Per avere la certezza di una massa fibrosa omogenea, l’impasto spappolato, viene sottoposto a un ulteriore trattamento per la separazione delle fibre in macchine dette depastigliatori, perché nel gergo cartario, i nodi che legano le fibre sono chiamati “pastiglie”.
Le fibre di cellulosa ottenute non sono ancora idonee per la produzione di un buon foglio di carta e si rende necessaria un’ulteriore lavorazione: la raffinazione, che consiste nel sottoporre le fibre a un trattamento meccanico, in presenza d’acqua, generato dalla rotazione di due piastre, dette rotore e statore, munite di lame e poste l’una di fronte all’altra. Le lame del rotore procedono a pochissima distanza da quelle dello statore, senza però toccarle e costringono le fibre a ripetute sollecitazioni che ne modificano la struttura fisica; in questo modo la fibra perde la sua rigidità e diventa più flessibile e meglio conformabile, favorendo la creazione di quei legami che consentiranno la formazione di un foglio omogeneo e consistente.
La sospensione fibrosa, ora diluita, passa all’epurazione, il cui scopo è quello di separare le impurità più pesanti, sfruttando l’azione centrifuga.
Dopo questo ulteriore trattamento, la sospensione viene inviata nel tino miscelatore, dove vengono aggiunte sostanze che conferiscono al prodotto finito le caratteristiche desiderate: sostanze collanti per dare una certa resistenza alla bagnatura o per regolare un assorbimento eccessivo di inchiostro impedendone il trapasso e la sbavatura; sostanze di carica per conferire alla carta opacità, levigatura, e migliore stampabilità ed eventualmente sostanze coloranti.

schema di produzione nella macchina piana
LA CASSA DI AFFLUSSO
L’alimentazione della macchina continua, deve essere quanto più uniforme possibile, con un flusso costante e omogeneo. La funzione della cassa di afflusso è, quindi, quella di alimentare la macchina rilasciando la sospensione fibrosa lungo tutto il profilo della tela, una rete di fili di nylon intrecciati che gira a nastro continuo. Schematicamente, la cassa è un contenitore a forma di parallelepipedo, chiusa e pressurizzata, posta in orizzontale immediatamente prima della tela di macchina; l’impasto viene fatto uscire da una apertura posta nella parte inferiore regolabile per compensare le variazioni di grammatura lungo il profilo stesso.

LA FORMAZIONE DEL SUPPORTO
Le condizioni che danno origine alla formazione del foglio, sono molto complesse. Fondamentalmente si tratta di rilasciare sulla tela la sospensione, le cui fibre danno luogo al fenomeno della feltratura: s’intrecciano e si sovrappongono saldandosi tra loro per formare primo sottile strato di feltro che aumenta via via dando origine al foglio, mentre l’acqua gocciola via attraverso le maglie della tela stessa.
Inizialmente l'eliminazione dell'acqua avviene, appunto, per gocciolatura, successivamente si rende indispensabile l’applicazione di presse per ottenere un’ulteriore eliminazione dell’acqua dallo strato fibroso.

ASCIUGATURA DELLA CARTA
Dopo il passaggio del nastro nella sezione delle presse il foglio contiene ancora una certa quantità di acqua. Questa umidità residua, che può variare tra il 50 e il 60%,  non può più essere rimossa con mezzi meccanici, a causa dell'intimo legame dell'acqua con le fibre, ma solamente per evaporazione. Il foglio viene, pertanto, posto a contatto con la superficie di cilindri rotanti riscaldati internamente con il vapore. Affinché il nastro possa aderire perfettamente ai cilindri, esso viene pressato contro di essi con l’aiuto di feltri o tele.

LA SECCHERIA
La seccheria è un insieme di cilindri essiccatori suddivisi in gruppi detti batterie.
È importante ricordare che durante l’asciugamento, il nastro di carta subisce un certo restringimento. Per rimediare a questo inconveniente è necessario suddividere le batterie in modo tale da poter controllare l’entità del restringimento evitando possibili rotture o grinzature del nastro.
Durante l’asciugatura della carta, avvengono due processi fisici fondamentali: il primo è il trasferimento del calore dai cilindri alla carta; il secondo è l’evaporazione dell’acqua, per effetto del valore dei cilindri, e il suo passaggio all’ambiente esterno. Per questo è necessaria una adeguata ventilazione in maniera tale da evitare che il vapore acqueo saturi l'aria impedendo un ottimale e completa asciugatura della carta.

FINITURA
Con la parola finitura s’intende l’ultimo trattamento superficiale a cui la carta viene sottoposta: la calandratura, che dà alla superficie cartacea l’effetto di lucido desiderato.
La calandra è costituita da un insieme di cilindri con superficie rigida, posti a diretto contatto con altri con superficie comprimibile e disposti tra loro in modo alternato. Il grado di finitura della carta può essere variato aumentando o diminuendo il numero dei cilindri da impiegare per l’operazione, oppure riducendo o aumentando la pressione tra i vari cilindri. I risultati che si ottengono con questo procedimento sono un elevato grado di lucido, un liscio maggiore della superficie e una migliore stampabilità.

ALLESTIMENTO
Con il termine allestimento si intendono tutte quelle operazioni cui viene sottoposto il nastro di carta, dopo aver lasciato la calandratrice, fino alla spedizione. Il rotolo di carta è inviato al reparto di allestimento per essere trasformato in bobine e/o in fogli stesi.
La differenza tra rotolo e bobina consiste nel fatto che quando il nastro di carta è avvolto sulle anime di metallo (tamburo), è detto “rotolo”, mentre quando invece è avvolto su anime di cartone forma una “bobina”.
Le operazioni relative all’allestimento sono:
– riavvolgimento
– taglio con lame circolari (trimmer) e bobinatura
– taglio in fogli
– imballaggio ed etichettatura.

La funzione di un nuovo avvolgimento della carta sulla macchina per il taglio in bobine, ha lo scopo di eliminare parti di nastro difettose o non corrispondenti alle normative qualitative e di provvedere, con giunte, alla eliminazione di possibili rotture verificatesi durante la produzione.

4.LA CLASSIFICAZIONE DELLA CARTE

La classificazione delle carte non è semplice visto che, gli usi a cui è destinata, sono molteplici, i prodotti cartari si possono però suddividere in 6 grandi categorie:

a) carte da stampa: che vengono usate generalmente per giornali e guide telefoniche, per stampa in offset che siano essi depliant, volumi pubblicitari, per rotocalco e anche per carte speciali (carte geografiche, carta moneta e per assegni);
b) carte da scrivere e per ufficio: sotto questa voce generalmente possiamo trovare la carta per buste, carta per quaderni, carta per disegno, carta per fotocopie, carta per fax, carta termica, carta carbone e autocopiante;
c) carte da imballaggio (possiamo racchiudere qui generalmente la carta crespata e per sacchetti, carta per alimenti, carte catramate, siliconate, accoppiate con plastica);
d) cartoni e cartoncini (cartoni a un getto, cartoni a più strati, cartoni ondulati, carta da onda, cartoni pressati);
e) articoli igienico-sanitari (carta igienica, fazzoletti, tovaglioli e tovaglie, asciugamani, carte per uso medico);

f) carta per uso industriale e varie: carte per cavi elettrici, carta per sigarette, carta per fotografia, carta da filtro, carta adesiva, carta decorativa, carta da parati.


5.PROPRIETA’ DELLA CARTA


proprietà meccaniche della carta: 1.resistenza a trazione, 2.resistenza a compressione, 3. e 4.resistenza a flessione, 5. 6.7.8. e 9.effetti della sagomatura sulla resistenza a flessione

La carta ha una struttura porosa, costituita essenzialmente da particelle fibrose intrecciate fra loro fino a costituire uno strato compatto. Di seguito sono evidenziate le principali caratteristiche e proprietà della carta.
-Proprietà fisiche
La carta è infiammabile, colorabile, incollabile, tagliabile; igroscopica e assorbente (assorbe l'acqua, e i liquidi in generale, dal'aria e dall'ambiente .
Peso specifico: la carta pesa come l’acqua distillata cioè 1 kg/dm³

-Proprietà meccaniche
La carta ha un’ottima resistenza alla trazione, finché la superfice sollecitata non viene torta o deformata. Una striscia di carta larga un centimetro, caricata a pura trazione può reggere alcuni kg (vedi fig.1).
La carta non dimostra grosse proprietà di resistenza alla flessione (vedi fig. 3 e 4), se però la superficie viene anche solo leggermente curvata in senso trasversale e mantenuta curva, la resistenza cresce subito di molto (resistenza di forma). Lo stesso effetto di irrobustimento si ottiene con una sagoma trasversale ad “L” dove la paretina verticale introduce la necessaria resistenza (vedi fig. 5, 6, 7, 8 e 9).
Flessibilità: è la capacità di curvarsi e poi assumere di nuovo la forma originaria. Il libro e il quaderno possono essere sfogliati tante volte ma conservano sempre la superficie piana.
Piegatura: è la capacità di ricevere e di mantenere la piega.
Dalla somma della flessibilità e della piegatura deriva la possibilità di avvolgere e incartare altri oggetti.

-Proprietà tecnologiche
Stampabilità: è la capacità di ricevere l’inchiostro in modo netto, senza lasciare aloni.

Riciclabilità

6.IL RICICLO DELLA CARTA


Il riciclo della carta

Da alcuni anni si parla molto di carta riciclata. Il motivo di questo interesse è legato sia all’aspetto ecologico che a quello economico. Infatti l’uso delle materie seconde (cioè le materie prime ricavate da prodotti non più utilizzabili) limita l’uso delle materie prime e contemporaneamente riduce la quantità di materiali destinati alle discariche (rifiuti).
Le fasi del processo produttivo delle carte riciclate sono simili a quelle di altre per le quali vengono impiegate materie prime vergini, fatta eccezione per la parte iniziale della preparazione dell’impasto. In questa fase è fondamentale togliere dai maceri i materiali estranei, chiamati contaminanti, come plastica, vetro, ferro, colle, inchiostri, ecc. la cui presenza crea problemi alla produzione e condiziona la qualità. La pasta dopo la spappolatura passa quindi attraverso una serie di epuratori studiati appositamente per carte da macero. Il procedimento avviene in più fasi in modo da togliere inizialmente le parti più grossolane e via via le più piccole. Più il sistema di epurazione è sofisticato e più la qualità del prodotto finito si avvicina a quello di fibra vergine. Una volta terminato il processo di epurazione la pasta viene immessa sulla tavola piana della macchina continua e prodotta con la stessa tecnica delle altre carte. Per produrre carte con un sufficiente grado di bianco, partendo da materie prime meno costose, si ricorre alla disinchiostrazione, con la quale è possibile togliere l’inchiostro presente nei maceri.

La produzione di carta riciclata non inquina purché le cartiere abbiano attrezzature adeguate per il trattamento sia delle carte da macero che delle acque di scarico e dei residui di lavorazione.