La trasformazione degli alimenti


La trasformazione agroalimentare è un processo tecnologico ed economico che crea un valore aggiunto ad un prodotto agricolo consentendone l'utilizzazione in forma e condizioni differenti rispetto a quelle originarie al momento della raccolta.
Si definiscono tre tipi di trasformazione:

Trasformazione fisica: il prodotto agricolo subisce trattamenti che ne modificano l'aspetto, lo stato fisico, la consistenza, la struttura, la composizione chimico-nutritiva, le proprietà organolettiche, la digeribilità, al fine di migliorarne le caratteristiche come bene alimentare o per renderlo un bene alimentare a tutti gli effetti.
Trasformazione nel tempo: il prodotto agricolo subisce trattamenti che permettono il consumo prolungato nel tempo o il trasporto a distanza. La trasformazione nel tempo è detta genericamente conservazione e assume denominazioni specifiche secondo il tipo di trattamento.
Trasformazione nello spazio: il prodotto agricolo subisce trattamenti che ne rendono possibile la commercializzazione in mercati fisicamente distanti dai punti di raccolta. La trasformazione nello spazio è detta genericamente commercializzazione.
La distinzione fra le differenti tipologie di trasformazione, in molti casi, è puramente formale in quanto si possono fra loro integrare, come succede, ad esempio, per la trasformazione fisica e la conservazione, oppure per la conservazione e il trasporto, rendendoli talora inscindibili in quanto il trasporto comporta, quasi sempre, processi di conservazione che ne garantiscono la durata fino al momento della vendita. 


Ad esempio, i processi di produzione dei latticini (formaggio, yogurt, ecc.) sono al tempo stesso di trasformazione fisica e conservazione a carico del latte. Allo stesso modo la comune bistecca, apparentemente simile al prodotto originale, ha subito ben tre trasformazioni: una fisica (macellazione e frollatura), una nel tempo (conservazione in refrigerazione), una nello spazio (trasporto e commercializzazione).

I PRINCIPALI ALIMENTI E LE LORO TRASFORMAZIONI
1. Cereali
2. Frutta, Verdura e Legumi
3. Latte e derivati, uova
4. Carne e pesce
5. Condimenti
6. Bevande


1.I CEREALI
I cereali della famiglia delle graminacee quali il grano, il riso e il mais, sono tra i primi vegetali coltivati dall’uomo. Sia i Europa che in America ed in tutto il mondo asiatico sono ancora oggi i prodotti principali per la preparazione dei cibi più consumati. Anche l'orzo, la segale, l'avena, il miglio sono cereali altrettanto diffusi.
Contengono CARBOIDRATI (sotto forma di amido, in particolar modo nel riso e nel mais) e SOLO SE INTEGRALI contengono FIBRE, VITAMINE (del gruppo B) e SALI MINERALI.
Sono quindi alimenti prevalentemente ENERGETICI
1.1 IL GRANO
Detto anche frumento (triticum vulgare), è coltivato in tutto il mondo nelle sue due specie: grano tenero (adatto alla produzione di farine per la panificazione) e grano duro (tipico dei climi caldo-aridi del mediterraneo adatto alla pastificazione). Il grano è il cereale più importante dopo il riso ed è quello che più facilmente si adatta ad ogni tipo di terreno in condizioni climatiche diverse. La semina del grano, nei nostri territori, avviene generalmente in autunno e la raccolta si effettua nella tarda primavera con speciali macchine dette mietitrebbiatrici che sono in grado di svolgere più funzioni come la mietitura, la separazione dei chicchi dalle spighe portando via la buccia esterna detta pula e formando i covoni cilindrici con la paglia degli steli.

il grano
1.1.1.Il pane [VIDEO]
Per la maggioranza dei popoli il pane è l’alimento fondamentale; a seconda delle lavorazioni cui è sottoposta la farina, ha un discreto apporto di vitamine e sali di calcio, di fosforo e ferro.

le diverse tipologie di pane prodotte in Italia

confronto tra l'apporto energetico di diversi tipi di pane

Ingredienti
Farina tipo 0 (ottenuta dal amacinazione di grano tenero o, in alcuni casi, di grano duro)
Acqua (50% del peso della farina)
Lievito
Sale
Fasi Di Produzione
1. Impasto
2. Foggiatura in forme
3. Lievitazione
4. Cottura

1.1.2.La pasta [VIDEO]

dati sulla produzione di pasta in Italia
A differenza del pane, la pasta viene prodotta da grandi aziende chiamate pastifici.
Ingredienti
Semola (ottenuta dalla macinazione di grano duro, tiene bene la cottura e non diventa un ammasso colloso come con la farina bianca)
Acqua
Sale
Fasi Di Produzione
1) impasto: la semola di grano duro viene impastata con acqua dall’impastatrice meccanica;
2) gramolatura: successivamente l’impasto viene schiacciato e reso elastico ed omogeneo da una macchina detta gramolatrice o gramola;
3) trafilatura: a questo punto l’impasto viene fatto passare di forza attraverso una matrice con fori sagomati secondo la forma voluta e tagliato poi nella lunghezza desiderata da una taglierina;
4) essiccazione: messa a riposo in appositi locali, la pasta viene fatta essiccare con circolazione di aria calda per eliminare l’umidità del prodotto;
5) a questo punto avviene il confezionamento in pacchi o scatole di cartone fatto con apposite macchine.
La pasta, pronta per la distribuzione, contiene il 70% circa di glucidi, il 10% circa di proteine, sali minerali come calcio, fosforo, ferro e vitamine come la B1,B2,PP.

1.2.IL RISO [VIDEO]
La pianta del riso, originaria dell’Asia sud orientale, ha bisogno di terreni sommersi d'acqua mossa, detti risaie: la semina si effettua in primavera e la raccolta nei mesi di settembre-ottobre. In Italia le regioni settentrionali, grazie alle favorevoli condizioni ambientali, producono abbondantemente un riso che occupa i primi posti in Europa come qualità e che viene consumato maggiormente rispetto alle regioni del sud dove è più alto il consumo di grano duro sotto forma di pasta.

risaie in Piemonte

Il riso viene diviso dalla pianta con la trebbiatura, dopodiché subisce dei trattamenti di raffinazione per aumentarne la conservabilità. Viene eliminata la “buccia”, l’involucro esterno detto cariosside che è più facilmente deperibile e cioè sottoposto a brillatura. Si tratta dell’asportazione dell'involucro esterno dei chicchi e lucidatura con polveri minerali che in definitiva lo impoveriscono di gran parte delle proteine, vitamine e Sali minerali, per questo è sottoposto ad altri trattamenti come l’arricchimento che si ottiene immergendo il riso raffinato in una soluzione di vitamine.


2. FRUTTA, VERDURA E LEGUMI


frutta ortaggi e legumi
2.1.LA FRUTTA
La frutta fresca risulta composta dall’80% di acqua, ma il restante 20% è un’importante fonte di VITAMINE, SALI MINERALI e ZUCCHERI. Il consumo di frutta è aumentato considerevolmente nell’ultimo secolo grazie alle tecniche produttive e di conservazione (uso dei frigoriferi - magazzino) che mantengono le caratteristiche organolettiche delle frutta. Anche la diffusione della frutta secca è notevolmente aumentato, ma l’alto contenuto di GRASSI e di ZUCCHERI (dal 30% al 75%) rendono questo alimento molto ricco di calorie, da consumarsi quindi con moderazione.

2.2.ORTAGGI E VERDURE
I prodotti orticoli sono molto numerosi e differenti fra loro. L’uomo coltiva ortaggi e verdure per le foglie (lattughe, cavoli, bietole, spinaci ecc) ma anche per le altri parti aeree della pianta (zucche, carciofi, melanzane, peperoni ecc). Alcuni prodotti dell’orto vengono utilizzati invece per la parte sotterranea (carote, patate, cipolle ecc.).
Sono invece ricchi di VITAMINE e SALI MINERALI. Per il loro apporto di FIBRE, come la cellulosa, svolgono un’azione depurante dell’intestino.

i benefici di frutta e verdura in base ai colori

2.3.I LEGUMI
Sono coltivati dall'uomo fin dal 10.000 a.C., per la produzione dei semi di fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave, lupini, ecc.
In una dieta alimentare equilibrata, uniti ai cereali, POSSONO ALTERNARSI EGREGIAMENTE ALLA CARNE E AI FORMAGGI, per il loro contenuto di PROTEINE e CARBOIDRATI. Contengono inoltre VITAMINE (dei gruppi B, A, E e D) e SALI MINERALI.
I legumi freschi possono essere sottoposti a conservazione prolungata per un consumo fuori stagione, mediante esiccazione, lessatura e conservazione in contenitori di vetro sterilizzati, o anche attraverso mla surgelazione.

raffronto tra l'apporto nutrizionale di un piatto di lenticchi (400gr) e e uno di carne (100gr)


3. LATTE E DERIVATI, UOVA
3.1 LATTE E DERIVATI [VIDEO]

il latte
Il latte è il primo nutrimento dell’uomo e contiene tutti i fondamentali principi nutritivi, per questo motivo si dice che il latte è un alimento completo. Commercialmente il latte più diffuso è il latte di vacca intero costituito da GRASSI (3,5% del peso), ZUCCHERI (4,5%del peso), PROTEINE (3,5% del peso), SALI MINERALI e VITAMINE.
Prima di entrare nella rete di vendita il latte subisce una serie di trattamenti che sono:

Pastorizzazione (Latte Fresco): dopo essere raffreddato da 37°C (temperatura del latte appena munto) a 4°C; si alza la temperatura a 72°C per 15 minuti per eliminare l’azione di germi patogeni. Si ottiene così:
Denaturazione del 10-15% delle sieroproteine
Distruzione fino al 10% della vitamina C ed in misura minore della vitamina B1

Sterilizzazione UHT (Latte a Lunga Conservazione) che consiste nell’innalzare la temperatura
tra i 110° e i 140° C per almeno 2 secondi. Questo processo distrugge ogni forma di vita
microbica alterando però le qualità organolettiche del latte;
Denaturazione del 10-90% delle sieroproteine
Riduzione fino al 30% di vitamina C, B1 e B12

Uno dei migliori sistemi per conservare il latte è la produzione dei derivati del latte
3.1.1.I formaggi.
I formaggi sono prodotti alimentari derivanti dalla coagulazione della caseina (la principale proteina contenuta nel latte) del latte a opera di fermenti lattici che si ricavano dal caglio, una sostanza coagulantge che si ottiene dallo stomaco di vitello. Il loro notevole valore nutritivo e calorico deriva dal contenuto di PROTEINE, GRASSI e SALI MINERALI.
Per preparare un formaggio sono necessari anche diversi mesi, hanno sapore diverso in relazione all'animale di provenienza ed alla sua alimentazione. La classificazione dei formaggi può essere fatta secondo:
Il tipo di latte (vaccini, pecorini…)
La stagionatura (freschi, stagionati)
Il contenuto in grassi (grassi, magri)
La consistenza della pasta (molle, dura).
Fasi Di Produzione Del Formaggio
Cagliatura  
Il latte viene riscaldato e si aggiunge un po’ di caglio per farlo addensare. La cagliata viene spezzata in piccoli granelli
Compressione
La pasta viene collocata in uno stampo con sopra un peso per darle forma
Sgocciolatura
La pasta deve sgocciolare per far colare il siero
Salatura
Il formaggio viene salato per poterlo conservare più a lungo
Stagionatura
Molti formaggi non vengono consumati freschi, ma vengono riposti in cantine a temperatura controllata per acquisire le qualità organolettiche desiderate.

3.1.2.Gli Yogurt [VIDEO]
Anche gli YOGURT sono di antichissima origine, ottenuti per coagulazione del latte senza sottrazione del siero per azione dei batteri lattici specifici:
•Streptococcus thermophilus
•Lactobacillus delbrueckii
che trasformano il lattosio in acido lattico conferendo il caratteristico sapore acidulo al prodotto.
Lo yogurt è presente in commercio in tipologie diverse: diverso contenuto in grasso, addizionato di frutta, cereali o altri alimenti che possono migliorarne le qualità nutrizionali, garantendo sempre la presenza preponderante dello yogurt (almeno 70%).

3.2.UOVA
Le uova sono fondamentali nell’alimentazione umana e sono la base per la produzione di tanti prodotti alimentari come i dolci, i biscotti, le torte, la pasta all’uovo. Quelle più utilizzate, dal punto di vista commerciale, sono le uova di gallina.
Le uova sono cellula germinali femminili costituite essenzialmente da un guscio di carbonato di calcio all’interno del quale vi è la cellula ver a propria, il tuorlo, di colore giallo intenso e di forma sferica, sospesa nell’albume.
Le uova hanno un alto valore nutritivo: il tuorlo e l’albume contengono il 13% di PROTEINE, il 12 % circa di GRASSI, CARBOIDRATI, VITAMINE e SALI MINERALI, il restante è ACQUA.

le uova

4.CARNE E PESCE
4.1.LA CARNE
Con il termine carne si intendono comunemente le parti commestibili degli animali, e cioè i muscoli, gli organi interni, e le interiora o frattaglie.
Dal punto di vista commerciale le carni vengono suddivise in carni bianche, carni rosse e carni nere: questa classificazione dipende dal colore che assumono le carni dopo la macellazione, sia dalla tipologia di animali da cui derivano. Le carni rosse derivano dai bovini, equini, ovini caprini e suini. Le carni nere sono ottenute dalla cacciagione, mentre nelle carni bianche non vanno considerate solo pollame e conigli, ma anche la carne di animali giovani come vitello agnello capretto e suinetto che in età adulta vengono annoverati fra le carni rosse.

la carne

La carne è una fonte concentrata di PROTEINE che non solo sono di alto valore biologico e, a differenza di quelle contenute nei legumi, sono più facilmente assimilabili, pertanto è specificatamente indicata per i soggetti a rischio (bambini. adolescenti. donne in gravidanza, anziani). La carne è anche una buona fonte di SALI MINERALI (ferro e zinco) e di diverse VITAMINE del gruppo B e A (in particolare il fegato). È chiaro che la carne non è indispensabile nella dieta, come testimonia il gran numero di vegetariani che hanno una dieta nutrizionalmente adeguata, ma è altrettanto vero che l'inserimento di prodotti di origine animale rende più facile il raggiungimento delle dosi giornaliere di diversi nutrienti. Ecco perché la dieta deve essere equilibrata e varia. Inoltre, per soddisfare il fabbisogno proteico con gli alimenti del regno vegetale, occorre ingerire volumi di alimenti superiori alle dosi normali e possedere conoscenze nutrizionali adatte per praticare le scelte più opportune.
Il consumo della carne avviene solitamente quando è cotta, ma anche cruda al naturale come nel carpaccio o alla tartara. La carne viene pure stagionata, salata ed affumicata producendo così salumi e insaccati.

4.2 IL PESCE
Con il termine pesce, inteso in senso alimentare, si comprendono gli alimenti derivanti dalla pesca, comprendenti molluschi (calamari, totani, polpi, seppie, moscardini), crostacei (gamberi, scampi, aragoste, astici, granchi e granseole, canocchie) e pesci propriamente detti, etc. Per la normativa europea dal gruppo, definito PRODOTTI DELLA PESCA si escludono i molluschi bivalvi vivi (cozze e vongole), gasteropodi marini vivi, echinodermi vivi (ricci di mare), e tutti i mammiferi, rettili e anfibi, che costituiscono categorie differenti.

il  pesce

La carne di pesce è generalmente bianca, ad eccezione di alcune specie (tonno, salmone, anguilla) nelle quali si presenta rossastra
A causa dello scarso tessuto connettivo, la compattezza della carne di pesce, è inferiore rispetto alle altre carni, ma chimicamente è simile a quella degli altri animali ed è anche migliore dal punto di vista nutrizionale. Il pesce è più digeribile della carne ed è ricco di PROTEINE, relativamente POVERO DI GRASSI e con alto contenuto di SALI MINERALI (fosforo, iodio, fluoro) e VITAMINE.
Fino da epoche remote, l’uomo si è procurato il pesce in mare, laghi, fiumi e oggi, finalmente, riesce ad allevare pesci con tecniche che abbiamo analizzato nel paragrafo riguardante la pesca. Il pesce è però facilmente deperibile a temperatura ambiente, per cui sono state sviluppate nel tempo diverse tecniche di conservazione quali l’essiccazione, la salagione, l’affumicamento e la surgelazione.
Nell’essicazione i pesci, dopo essere stati lavati ed eviscerati, viene legati a coppie ed appesi a dei tralicciad asciugare per circa tre mesi fino a perdere l/85% del contenuto d’acqua. Prima del consumo vanno reidratati.
essiccazione dello Stoccafisso (merluzzo)
La salagione è un metodo di conservazione degli alimenti molto antico che consiste nel porli (dopo la pulitura) sotto uno strato di sale e pressati con un peso; essendo il sale un composto igroscopico (cioè che assorbe acqua) esso elimina l'acqua dagli alimenti bloccando le funzioni vitali dei microrganismi. Questo metodo comporta però una perdita delle sostanze nutritive degli alimenti, specialmente di sali minerali e vitamina C.

filetti di baccalà (merluzzo conservato sotto sale)
L’affumicatura [VIDEO] è una forma di conservazione degli alimenti che ha origine nell'antichità e consiste nell'esporre un prodotto alimentare al fumo provocato dalla combustione di legna. Questo processo di conservazione, confrontato con la messa sotto sale si distingue per la grande efficienza e si differenzia in quanto il sale assume l'umidità dai cibi senza intaccarne le qualità organolettiche originali, mentre nell'affumicatura i sapori vengono fortemente alterati a seconda del tipo di legno utilizzato.

affumicatura del salmone

Ovviamente il metodo di conservazione più moderno è la surgelazione. La surgelazione è un procedimento che avviene a livello industriale, perché comporta un raggiungimento di temperature tali per cui sono necessari macchinari appositi; la congelazione invece è un procedimento "casalingo", che può essere effettuato nel freezer di qualsiasi cucina.
La surgelazione avviene in tempi rapidissimi, può raggiungere in fase iniziale anche temperature inferiori ai -80°, non supera mai la temperatura di -18. La differenza sostanziale fra i due processi riguarda la formazione dei cristalli di ghiaccio. Nel caso della surgelazione, avviene in tempi così rapidi e a temperature così basse che i cristalli di ghiaccio che si formano sono di piccolissime dimensioni. Nel caso della congelazione, invece, I cristalli sono più grandi, comportano la rottura delle strutture cellulari, una maggiore perdita d'acqua quando avviene il processo di scongelamento, e insieme all'acqua, anche di sostanze nutritive. Questo fa sì che un prodotto surgelato, una volta riportato a temperatura ambiente, sia simile o identico al prodotto fresco; il prodotto congelato, invece, a causa dell'acqua persa e alla rottura delle strutture cellulare, appare meno compatto.
Nel caso del pesce la surgelazione avviene sulle grandi navi oceaniche da pesca: appena pescato il pesce viene svuotato, lavato e immediatamente conservato nei surgelatori.

5.I CONDIMENTI
I condimenti con il loro apporto di sostanze energetiche e di riserva hanno il compito di rendere i cibi più appetibili e gustosi. Appartengono ad essi i cosiddetti GRASSI che, solitamente sono distinti in GRASSI INSATURI DI ORIGINE VEGETALE (olio di oliva, di semi e margarina) e GRASSI SATURI DI ORIGINE ANIMALE (burro, strutto e panna).

5.1.L’OLIO D'OLIVA [VIDEO]


la produzione dell'olio d'oliva
Si ricava dai frutti dell’olivo, tipica pianta dell’area mediterranea.
Sia gli antichi Greci che i Romani riconoscevano all'olio di oliva virtù nutrizionali e curative. L’olio extra-vergine di oliva è POVERO DI GRASSI SATURI e grazie all'alto contenuto di acido oleico, ha una azione protettiva sul cuore e sulle arterie, rallenta l'invecchiamento osseo, previene l'arteriosclerosi e abbassa il livello del colesterolo.
Dopo la raccolta le olive vengono dapprima lavate e poi sottoposte alla frangitura meccanica per formare una poltiglia di polpa e nocciolo. Successivamente la poltiglia ottenuta subisce l’azione della spremitura tramite presse idrauliche e si ricava una emulsione di acqua e olio. L’olio viene separato dall’acqua mediante centrifugazione. Il prodotto ottenuto è olio extra vergine di oliva. Dai residui della prima lavorazione (sanse) si ottengono oli di qualità inferiore. Da 100 kg di olive si ricavano mediamente 20-24 Kg di olio.

5.2.IL BURRO [VIDEO]


il burro
Ottenuto dalla crema di latte il burro è un alimento grasso di origine animale e quindi è più calorico e difficile da digerire. Contiene 1'84% circa di ACIDI GRASSI SATURI, il 14,1% di acqua e quantità ridotte di SALI MINERALI (calcio, fosforo e potassio) ma una elevata quantità di VITAMINE A e D. Da 100 litri di latte si ottengono 4-5 chili di burro. Solitamente è di colore giallo pallido e può variare da giallo intenso a quasi bianco, come tutti i grassi animali ha un elevato contenuto di colesterolo.

5.3.LO ZUCCHERO [VIDEO]
Zucchero è il nome comune del saccarosio che costituisce il più comune dei GLUCIDI.
Nei Paesi a clima temperato lo zucchero si ricava dalla barbabietola da zucchero (beta vulgaris), in quelli tropicali dalla canna da zucchero (Saccharum officinarum)
Per ottenere lo zucchero di barbabietola si comincia con la trinciatura, compiuta da macchine tagliatrici che affettano i tuberi riducendoli in strisce sottili (fettucce). Successivamente le fettucce vengono a contatto con acqua calda a circa 80°C cedendo lo zucchero che contengono per diffusione. A questo punto si procede con la depurazione che consiste nell’eliminazione di sostanze estranee che impediscono la cristallizzazione dello zucchero. L’operazione seguente è detta concentrazione e consiste nell’evaporazione dell’acqua ricavando così uno sciroppo denso che passa alla cottura e centrifugazione per separare i cristalli di zucchero dal resto della soluzione.

6.LE BEVANDE
Si intendono bevande tutti i liquidi, oltre l’acqua, ottenuti artificialmente dall’elaborazione della frutta e dalle piante o dall’unione di acqua con vari succhi . Le bevande sono ottenute anche per infusione di foglie, fiori e dalla fermentazione alcolica di liquidi zuccherini.

6.1.IL VINO
Il vino è ricavato dalla trasformazione degli zuccheri tramite la fermentazione alcolica del mosto dell’ uva, il frutto della pianta di vite.
La vite cresce molto bene con un clima temperato e su terreni argillosi; I frutti sono delle bacche (acini) di forma e colore variabili e si distinguono in uve da tavola e da vino. Ogni varietà di vite ha caratteristiche organolettiche dei frutti molto diverse: i vitigni vengono impiantati a seconda del tipo di vino che si vuol produrre. i viticoltivatori italiani sono fra i primi al mondo per la qualità e quantità di vino prodotto grazie alla posizione geografica dell’Italia, alla natura dei terreni coltivabili e alle eccellenti tradizioni. 
il vino

La produzione del vino comincia con la vendemmia, ossia la raccolta dei grappoli d’uva
tagliati a mano, seguita dalla pigiatura dei grappoli tramite un torchio. Si ottiene così il mosto, un liquido ricco di sostanze zuccherine, che viene separato dalle vinacce (residuo solido formato dalle bucce, dai raspi e dai vinaccioli).
Il mosto viene messo nei tini per un periodo che va dai 10 ai 15 giorni in cui si sviluppa la fermentazione primaria (trasformazione del glucosio dell’uva in alcol etilico ed anidride carbonica) ad opera di particolari microrganismi detti saccaromiceti. Trascorso il periodo di fermentazione primaria si procede alla svinatura, ovvero il travaso dai tini alle botti, dove avviene la fermentazione secondaria: durante questa fase i residui organici sospesi nel liquido si depositano sul fondo da dove vengono eliminati per mezzo di ulteriori travasi in altre botti. Per rendere il vino idoneo al consumo, esso viene filtrato per eliminare completamente gli eventuali residui rimasti in sospensione.
Quando si produce vino di alta qualità si provvede all’invecchiamento che avviene in botti di legno per far sì che il prodotto acquisisca una maggiore concentrazione alcolica e un gusto particolare in funzione del tipo di legno.
L’imbottigliamento avviene tramite macchine che provvedono anche alla sigillatura e all’etichettaturaL’ultima operazione riguarda il confezionamento in scatole di cartone o cassette di legno per essere spedite in tutto il mondo.
In commercio esistono più di 200 marche di vino di qualità superiore che recano la sigla DOS (denominazione di origine semplice) VQPRD (vino di qualità prodotto in regione limitata) DOC (Denominazione di Origine Controllata) DOCG (Denominazione di Origine Controllata Geografica) per i vini di grande pregio e costo molto elevato, IGT (vino a indicazione geografica tipica).