L'EDUCAZIONE ALIMENTARE




OBIETTIVI DI QUESTA LEZIONE
Comprendere il concetto di alimento
Classificare gli alimenti in base al loro valore nutritivo
Individuare le regole per una corretta alimentazione

COSA TI SERVE PER COMINCIARE?
Conoscere le principali tecniche di coltivazione e produzione degli alimenti
Conoscere le principali tecniche di allevamento a scopi alimentari

INDICE
1.IL METABOLISMO
2.GLI ALIMENTI
3.FABBISOGNO ENERGETICO E CALORIE
4.LA DIETA E LA PIRAMIDE ALIMENTARE
5.ALIMENTAZIONE E IMPATTO AMBIENTALE



1.IL METABOLISMO

Il nostro corpo consuma energia continuamente, per mantenere la temperatura corporea, per respirare, per far battere il cuore, nel processo di digestione, per pensare, e anche quando dormiamo. L’insieme di queste attività si definisce metabolismo basale.

il metabolismo basale
Chi si muove quotidianamente (cammina, fa le scale, va in bicicletta) o pratica sport, consuma più energia, aumentando così il metabolismo.

le componenti del metabolismo umano

Dobbiamo ricordare che un buono stato di salute, anche da adulti, dipende sia dall’alimentazione equilibrata che da uno stile di vita attivo fin da bambini. Anche per questo è importante dedicarsi all’esercizio fisico con regolarità, senza necessariamente praticare sport a livello agonistico. È sufficiente spostarsi a piedi quando è possibile, fare le scale ed evitare l’ascensore, trascorrere il tempo libero giocando con gli amici all’aria aperta, invece che guardare la televisione e dedicarsi a videogiochi e computer. Così possiamo migliorare il funzionamento e la crescita di tutti gli organi e tessuti che compongono il nostro corpo (compreso il cervello), e favorire il consumo energetico, bruciando le calorie assunte in eccesso con gli alimenti.

2.GLI ALIMENTI



Per alimento si intende qualunque sostanza che, introdotta nell’organismo, viene digerita, assimilata e distribuita e contribuisce al mantenimento delle funzioni del corpo, alla crescita e al rinnovamento delle parti che lo compongono.
Gli alimenti hanno dunque funzioni diverse:
Funzione energetica. Forniscono l’energia necessaria per mantenere la temperatura del corpo, per le varie funzioni dell’organismo e per compiere lavoro.
Funzione plastica: forniscono il materiale cellulare per costruire nuovi tessuti o riparare quelli invecchiati.
Funzione protettiva. Sviluppano e rinforzano i sistemi di difesa dell’organismo
Funzione regolatrice. Forniscono elementi indispensabili alle trasformazioni chimiche che regolano le funzioni dell’orgamismo
Funzione di riserva: Provvedono all’accumulo di una certa quantità di materiali di riserva, da utilizzare in caso di necessità

In base a queste considerazioni gli alimenti vengono raggruppati secondo i principi nutritivi (o nutrienti) che li compongono e che vengono comumenente classificati in principi organici (carboidrati, grassi, proteine e vitamine) e principi inorganici (sali minerali e acqua).

i nutrienti

1. I carboidrati (o glucidi) hanno quasi esclusivamente funzione energetica e costituiscono il principale combustibile per l’attività delle cellule muscolari, nervose ecc. fornendoci un materiale energetico pronto all’uso. I cibi maggiormente ricchi di carboidrati sono il pane, la pasta, i dolci e le patate.


2. Le proteine (o protidi) possono venire utilizzate per ricavare energia, ma rappresentano soprattutto i mattoni per la costruzione e la manutenzione del nostro corpo (coke la cicatrizzazione delle ferite e la riparazione dei tessuti). Esse sono formate da catene di unità chiamate amminoacidi de quali esistono 20 tipi diversi, di cui otto essenziali per la vita. Le principali fonti di proteine sono gli alimenti di origine animale quali uova, carne, pesce, latte e formaggi e alcuni alimenti vegetali come i legumi.


3. I grassi (o lipìdi) rappresentano circa il 15% del nostro peso e costituiscono la nostra riserva energetica più importante. Sono inoltre i componenti principali delle membrane cellulari e di alcuni ormoni indispensabili per la vita (ormoni steroidei) oltre a trasportare le vitamine dette liposolubili: A, D, E, K.
I grassi vengono depositati sotto la cute e intorno agli organi interni dove svolgono un’azione isolante e di protezione. Quando vengono assunti in eccesso, si depositano anche intorno e dentro agli organi come cuore, fegato e pancreas provocando seri danni. Le principali fonti di grassi sono i condimenti (olio, burro e margarina) e i cibi di origine animale, quali carni e formaggi.


4. Le vitamine non hanno funzioni energetiche ma sono indispensabili alla produzione di alcuni enzimi, sostane indispensabili per far funzionare il nostro organismo. Fegato e uova sono alimenti di origine animale ricchi di vitamine, tra i vegetali le vitamine sono contenute soprattutto in agrumi, verdure e cereali integrali.


5. I sali minerali sono importantissimi per molte funzioni vitali: il sodio e il potassio, ad esempio, controllano la regolazione idrica e la trasmissione degli impulsi nervosi, il calcio interviene nella contrazione dei muscoli, il ferro è contenuto nell’emoglobina ed è necessario al metabolismo cellulare, il fosforo (con il calcio) è un costituente delle ossa.


6. L’acqua costituisce circa il 60% del nostro peso corporeo ed è necessaria in quanto rappresenta il solvente in cui avvengono tutte le reazioni chimiche del nostro metabolismo. È indispensabile per la digestione, per il mantenimento della temperatura corporea, per l’eliminazione delle impurità (urine e sudore).
L’acqua si trova anche nei cibi che mangiamo, soprattutto frutta e verdura. Dobbiamo idratare il nostro corpo bevendo frequentemente in modo che l’acqua sia sempre presente in quantità sufficiente. Soprattutto quando si pratica sport.
il fabbisogno id acqua del nostro organismo

Alcune sostanze devono essere obbligatoriamente assunte tramite l’alimentazione, in quanto non possono essere prodotte partendo da altre molecole. In questa categoria di sostanze, dette essenziali, vi sono alcuni amminoacidi e le vitamine.

3.FABBISOGNO ENERGETICO E CALORIE

L’organismo umano è come un motore e, per funzionare, ha bisogno di combustibile (fornito dagli alimenti) e ossigeno (fornito dai polmoni). Per fabbisogno energetico si intende la quantità di energia necessaria all’organismo le attività svolte nell’arco delle 24 ore.
la ripartizione del fabbisogno energetico durante la giornata
Tutti gli alimenti, dopo essere stati digeriti e assorbiti vengono bruciati dall’organismo: questa trasformazione avviene con sviluppo di calore che è una forma di energia (energia termica). L’unità di misura ufficiale dell’energia è il joule (J, 1000j=kJ), ma per gli alimenti si usano ancora la vecchia unità di musira: la caloria (cal, 1000cal=1kcal) e il suo multiplo kcal.

1cal=4,184J

La quantità di energia fornita da un alimento dipende dalle sostanze che lo costituiscono, mediamente i carboidrati forniscono 4cal/g, le proteine 4cal/g e i grassi 9cal/g.

le corrette proporzioni dei principi nutritivi
Il fabbisogno energetico di un individuo varia in base a diversi fattori (età, sesso, clima, stato di salute, livello di attività), ma un’alimentazione equilibrata dovrebbe prevedere, mediamente il 65% di carboidrati, il 15-20% di proteine e il 10-20% di grassi per arrivare a
1800 calorie al giorno per le donne, 2400 calorie al giorno per gli uomini e 2300-3000 calorie al giorno per gli adolescenti.
Questo tipo di alimentazione si avvicina molto alla cosiddetta dieta mediterranea, ritenuta dagli studiosi una dieta molto corretta

4.LA DIETA E LA PIRAMIDE ALIMENTARE

Con il termine dieta si intende il tipo e la quantità di alimenti che vengono introdotti regolarmente nel nostro organismo.
Per garantire al nostro organismo un apporto completo di nutrienti gli alimenti sono stati divisi in cinque gruppi in base ai nutrienti di cui sono più ricchi:

Alimenti plastici
1.Latte e derivati
Questo gruppo comprende alimenti quali il latte, lo yogurt, i latticini e i formaggi. Essi forniscono in particolare il calcio, in una forma facilmente assorbibile e utilizzabile da parte dell’organismo. Contengono anche proteine di ottima qualità biologica e alcune vitamine (soprattutto B2 e A). Da preferire in ogni caso quelli meno ricchi di grassi: il latte parzialmente scremato, i latticini e i formaggi più magri.
2.Carne, pesce, uova e legumi
Forniscono soprattutto proteine di elevata qualità e oligoelementi (in particolare rame, zinco e ferro in una forma facile da assimilare). Apportano, inoltre, vitamine del complesso B (in particolare B12). Fra gli alimenti di questo gruppo sono da preferire le carni magre e il pesce. Per le uova, un consumo accettabile per persone sane è di 1 uovo due-quattro volte alla settimana. In questo gruppo vengono inclusi anche i legumi secchi, perché essi, oltre a rilevanti quantità di amido e fibra, forniscono quei nutrienti essenziali che sono caratteristici della carne e del pesce, come ferro, oligoelementi e notevoli quantità di proteine di buona qualità biologica.

Alimenti energetici
3 Cereali e derivati, patate
Questo gruppo comprende pane, pasta, riso e altri cereali minori quali mais, avena, orzo, farro. I cereali e i loro derivati sono innanzitutto fonti di carboidrati complessi (ed è per questo che vengono incluse nel gruppo anche le patate). Inoltre apportano buone quantità di vitamine del complesso B e proteine che, pur essendo di scarsa qualità, possono, se unite a quelle dei legumi, dare origine a una miscela proteica di valore biologico paragonabile a quello delle proteine animali. E opportuno inserire spesso nella propria dieta anche i cereali integrali, che sono per loro natura più ricchi di fibra
4. Grassi
Per mantenere il proprio benessere è necessario introdurre una certa quantità di grassi, ma senza eccessi. Questo gruppo di alimenti comprende sia i grassi di origine animale sia quelli vegetali. Come grassi da condimento è consigliabile privilegiare quelli di origine vegetale (in particolare l’olio extravergine di oliva) rispetto a quelli di origine animale (come burro, panna, lardo, strutto eccetera).

Alimenti protettivi e regolatori
5.Frutta e verdura
Apportano in particolare fibra, beta carotene (carote, peperoni, zucca gialla, albicocche, meloni...), vitamina C (agrumi, fragole, kiwi, pomodori, peperoni...), altre vitamine e diversi minerali, come il potassio, oltre a componenti minori (molti ad azione antiossidante) che svolgono una preziosa azione protettiva. È bene che frutta e ortaggi siano sempre presenti sulla tavola, a cominciare già dalla prima colazione ed eventualmente come spuntino. Vanno preferiti quelli freschi, interi e di stagione rispetto ai succhi o alle primizie.

La dieta deve assicurare all’organismo, oltre alle proteine, ai grassi, ai carboidrati e all’energia da essi apportata, anche altri nutrienti indispensabili come l’acqua, le vitamine e i minerali. Poiché non esiste nessun alimento “perfetto” che contenga in giuste quantità tutti i principi nutritivi necessari, il modo più semplice e sicuro per garantire, in misura adeguata, tutte le sostanze indispensabili è quello di variare il più possibile le scelte e di combinare opportunamente i diversi cibi fra loro.

i principi di una corretta alimentazione

La Piramide degli Alimenti, elaborata dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti, è un modello che descrive un regime alimentare e viene attualmente indicato come fondamento di molte diete, intese come un insieme di regole per gestire l’alimentazione e non necessariamente come schemi alimentari esclusivamente dimagranti.
Come strumento per comunicare in modo efficace quali e quanti cibi devono essere preferibilmente assunti durante una settimana, e in quali proporzioni, il modello nutrizionale utilizza la figura della piramide. Essa, però non dà indicazioni quantitative, cioè porzioni, calorie o percentuali, piuttosto fornisce indicazioni qualitative, ad esempio il privilegiare un certo tipo di alimento rispetto a un altro o relative alla frequenza di assunzione (da assumere tutti i giorni, oppure da assumere non più di un certo numero di volte alla settimana).

la piramide alimentare
Nella piramide alimentare gli alimenti vengono impilati e poiché la base é più grande della punta, quelli che occupano la parte inferiore sono quelli privilegiati, cioé che si possono assumere in quantità maggiore. Mano a mano che si sale nella piramide, la quantità diminuisce (e la figura si restringe).
Ciò significa che si riduce anche la loro importanza nella dieta di tutti i giorni. In parole povere, gli alimenti in cima sono quelli da consumare con maggiore attenzione, perché giudicati meno adeguati al mantenimento di un buon stato di salute.

La più famosa in assoluto è la piramide alimentare della Dieta Mediterranea, che ridistribuisce gli alimenti favorendo l’uso quotidiano di frutta, verdura, legumi, cereali e suoi derivati, diradando invece i consumi di carne (in particolare carne rossa), pesce e uova.
Un’importante caratteristica degli alimenti tipici della dieta Mediterranea è la loro capacità di formare dei piatti unici, portate capaci di assicurare, da sole, apporti nutritivi equilibrati e completi (pasta con legumi, pasta con ragù e formaggio, minestrone con formaggio, spezzatino con patate, pizza napoletana).

la composizione corretta del nostro piatto


5.ALIMENTAZIONE E IMPATTO AMBIENTALE

La nostra alimentazione ha un costo: non soltanto quello immediato che paghiamo alla cassa, spesso l’unico di cui teniamo conto. Produrre alimenti costa, soprattutto in termini ambientali. Agricoltura ed allevamento comportano la produzione di grandi quantità di gas serra e l’utilizzo di una buona parte delle risorse idriche disponibili. Per coltivare bisogna avere a disposizione del terreno e questo significa deforestare, con conseguente perdita di biodiversità. Il costo ambientale di agricoltura e allevamento diventa, pertanto, determinante se guardiamo al futuro nostro e del pianeta. Scelte alimentari intelligenti e sostenibilità ambientale dovrebbero andare di pari passo: sono necessari pochi accorgimenti per renderlo possibile.
Per la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e Agricoltura, una dieta che garantisca la massima sostenibilità ambientale deve presentare un ridotto impatto sull’ambiente e deve essere adeguata dal punto di vista nutrizionale, rimanendo nello stesso tempo economicamente sostenibile, facilmente accessibile e culturalmente accettabile.

Dieta e sostenibilità ambientale
Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni, un miliardo di persone soffre quotidianamente la fame e rischia di morire per carenza di cibo, mentre un miliardo e duecento milioni di persone sono obese o in sovrappeso, colpite da malattie dovute ad un consumo eccessivo di cibo. Modificare la nostra dieta, quindi, è non solo giusto ma necessario, se vogliamo vivere in salute, in un mondo meno inquinato, nel rispetto dell’ambiente, garantendo a tutti un’alimentazione adeguata.

l'impronta ecologica della piramide alimentare


l'impronta idrica della piramide alimentare

Una dieta sostenibile è possibile, senza stravolgere le proprie abitudini e senza dover abbracciare culture alimentari troppo distanti dalla propria. I tre principi di base sono semplici:
consumare meno;
sprecare meno;
scegliere alimenti la cui produzione abbia un ridotto impatto ambientale.

Il tutto può essere declinato nella pratica seguendo poche indicazioni, di facile realizzazione:

ACQUISTARE PRODOTTI LOCALI
Acquistare locale vuol dire privilegiare la filiera corta, cioè ridurre i passaggi tra i produttori e i consumatori, con vantaggi di riduzione degli impatti ambientali, È, infatti, evidente come più lungo sia il viaggio effettuato da un alimento, maggiori siano l’inquinamento, i consumi di energia e le emissioni di gas serra associate. Per esempio, per la loro stessa natura i frutti tropicali (tra cui le banane) per arrivare nei nostri carrelli richiedono in primis il trasporto ma anche molto packaging e un processo di conservazione. Acquistare locale vuol dire anche sostenere la filiera italiana cioè quei prodotti alimentari le cui materie prime derivano dall’agricoltura italiana e il cui processo di trasformazione avviene totalmente nel nostro Paese. Infine acquistare locale vuol dire favorire la biodiversità. Sotto la spinta dell’aumento della produttività e dei profitti negli ultimi decenni si sono selezionate un numero limitato di varietà di piante e di razze animali tutte caratterizzate da un elevato rendimento, con un notevole impoverimento del loro patrimonio genetico. Tale impoverimento determina anche la perdita della capacità di adattamento delle specie alimentari ai cambiamenti ambientali in atto. In quest’ottica riscoprire colture di nicchia, prodotti locali per i quali la distribuzione non si sviluppa su grande scala, rappresenta una scelta importante per la salvaguardia dell’ambiente e del gusto.

MANGIAMO PRODOTTI DI STAGIONE
Se mangiare frutta e verdura è importante, altrettanto importante è mangiarle nel momento giusto. La frutta e la verdura hanno una propria stagionalità. L’uomo, grazie alla tecnologia e alle importazioni, può potenzialmente mangiare in ogni momento dell’anno qualsiasi alimento, mentre uno dei principi più importanti di una dieta sana ed equilibrata è proprio nella varietà. Consumare frutta e verdura di stagione aiuta a rispettare questo principio e a proteggere la biodiversità. Inoltre i prodotti di stagione, soprattutto se locali, impiegano poco tempo per arrivare sulle nostre tavole mantenendo così maggiore contenuto di vitamine e nutrienti rispetto a quelle che, fuori stagione, oltre a essere coltivati in serra (dove richiedono un’enorme quantità di energia per il mantenimento dell’illuminazione e delle temperature di coltivazione) devono fare molta strada e permanere nei frigoriferi prima di giungere sui banchi del supermercato.

DIMINUIRE I CONSUMI DI CARNE
L’attuale modello industriale di allevamento animale è la causa di gravissimi problemi ambientali: cambiamenti climatici, inquinamento, consumo di acqua, perdita di biodiversità, deforestazione e consumo di risorse fossili. La gran parte della carne che consumiamo proviene da proprio allevamenti industriali intensivi: per ottenere 1 kg di carne di manzo sono quindi necessari circa 15 kg di cereali e soia, 15.000 litri d'acqua e si emettono fino a 68 kg di CO2eq. E la produzione di carne è in costante crescita: dal 1980 al 2010, il numero di polli destinati al consumo umano è cresciuto del 169%, passando da 7,2 miliardi di animali a 19,4 miliardi. Nello stesso periodo, la popolazione di capre e pecore ha raggiunto i 2 miliardi e la popolazione dei bovini è cresciuta del 17% raggiungendo 1,4 miliardi. Se non vuoi rinunciare alla carne, cerca di ridurre il numero di volte in cui la mangi a settimana e le porzioni, consumando meno carne e di migliore qualità (prodotta localmente con metodi di allevamento estensivo) e sostituendo il resto con altre fonti proteiche.

SCEGLIERE I PESCI GIUSTI
1) PREDILIGI il pesce pescato, rispetto a quello di acquacoltura;
2) SCEGLI specie non in pericolo di estinzione;
3) RISPETTA la regola della taglia legale di vendita delle specie;
4) DAI LA PRECEDENZA al pescato locale, diversificando le specie;
5) CONSIDERA la stagionalità delle specie.
Le risorse ittiche non sono illimitate. In Italia quasi nessuno mangerebbe una specie terrestre a rischio d’estinzione, mentre spesso questo avviene quando si consuma del pesce come il baccalà o l’anguilla. Delle oltre 700 specie marine commestibili presenti nel Mediterraneo solo il 10% circa è commercializzato. La conseguenza di questa "ignoranza" è un sovrasfruttamento degli stock delle specie più conosciute (come alici, nasello, merluzzo, pesce spada, sgombro, sogliole), che tendono col tempo a scarseggiare nei nostri mari. È fondamentale di conseguenza diffondere il concetto di stagionalità del pescato, che consente di comprare, in certi periodi dell’anno, il pesce in periodi opportuni per gli stock e a prezzi migliori, promuovendo così anche la pesca locale. Questo perché abbiamo pescato e stiamo pescando più di quanto le popolazioni ittiche siano in grado di riprodursi.

RIDURRE GLI SPRECHI DI CIBO
La dimensione dello spreco ha numeri inaccettabili: 1 miliardo e 600 milioni di tonnellate di alimenti viene gettato di cui l’80% è ancora buono. Oltre alle ripercussioni etiche, un cibo che non nutre nessuno è anche dannoso: l’acqua necessaria per produrre il cibo che si spreca a livello mondiale è di 250 miliardi di litri (il consumo di New York nei prossimi 120 anni), si sprecano 1,4 miliardi di ettari di suolo (si sfrutta inutilmente ossia il 30% della superficie agricola), si immettono nell’atmosfera 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, (la terza fonte di emissione dopo la Cina e gli USA). In Italia, lo spreco di cibo ha numeri altrettanto impressionanti: vale complessivamente 8,1 miliardi di euro l'anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia e 630 grammi di cibo buttati ogni settimana. Il principale motivo di questo spreco è la disattenzione: si acquistano quantità maggiori del necessario e non si conservano correttamente. Per ridurre gli sprechi in casa è buona norma preparare una lista della spesa e attenersi ad essa, controllando le date di scadenza al momento d’acquisto e riponendo gli alimenti in frigo massimo un’ora dopo. Fai ruotare i cibi nel frigo: porta avanti quelli più vicini alla scadenza e indietro i più freschi. Al momento di cucinare, fai attenzione alle quantità. Servi poi porzioni contenute perché si può sempre fare il bis! Conserva gli avanzi in frigo in contenitori idonei e ricorda di riscaldarli bene prima di servirli.

PRIVILEGIARE I PRODOTTI BIOLOGICI
L’agricoltura biologica (definita nel Regolamento CE n. 834/07) è un sistema integrato di produzione agricola, sia vegetale sia animale, che non solo consente di disporre di cibi più sani e saporiti ma cerca al contempo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale delle attività produttive, basandosi sul rispetto dei processi ecologici, delle risorse (in primis suolo e acqua) e della biodiversità ed eliminando l’uso di sostanze chimiche di sintesi (come concimi, diserbanti, insetticidi, pesticidi, antibiotici). L'agricoltura biologica, proibendo l’uso di fertilizzanti e i pesticidi chimici per le piante, così come antibiotici e ormoni per gli animali, riduce significativamente il rischio di contaminazione dei corsi d’acqua e di accumulo di sostanze tossiche nella rete alimentare. I sistemi di allevamento biologici devono soddisfare i bisogni etologici e fisiologici degli animali. Si privilegiano inoltre varietà locali di piante e razze autoctone di animali (proibendo l'uso di organismi geneticamente modificati), preservando così la diversità genetica delle specie addomesticate.

EVITARE PRODOTTI CON TROPPI IMBALAGGI
Ciascun italiano produce oltre 528 kg di rifiuti l’anno, per un costo medio di gestione di 186 euro per famiglia. Circa il 40% dei rifiuti è costituito da imballaggi. Tutto quello che, infatti, acquistiamo (bibite, prodotti per la casa e per l’igiene personale, conserve, pane, ecc.) per poter arrivare sullo scaffale del supermercato e poi nelle nostre case ha bisogno di essere impacchettato o confezionato. Gli imballaggi però, una volta giunti nelle nostre case e conclusa la propria funzione di “protezione e trasporto”, si trasformano in rifiuti da smaltire. Il problema dei rifiuti si risolve anche limitando a monte la quantità di scarti che produciamo: come consumatori possiamo scegliere di acquistare merci con meno imballaggi, ricordando che questi rappresentano un costo a carico dell’ambiente in quanto richiedono risorse (energia, acqua, materie prime) per essere prodotti e hanno impatti sulle emissioni di gas serra, sulla biodiversità e salute umana. Inoltre gli imballaggi incidono notevolmente sul prezzo del prodotto finito. La soluzione sta nella scelta di prodotti sfusi e alla spina (in cui i consumatori si recano nei punti vendita muniti di un contenitore che poi riempiranno grazie al sistema dei dispenser) che puntano a ridurre rispettivamente i contenitori necessari o a permetterne il riutilizzo.

EVITARE CIBI ECCESSIVAMNTE ELABORATI
I piatti pronti hanno fatto registrare, tra tutti gli alimentari, il record di aumento delle quantità acquistate, con una crescita del 10% negli ultimi anni. Nella categoria dei cibi elaborati, i consumi di verdure pronte sono triplicati negli ultimi 10 anni, arrivando nel 2010 ad essere presenti nel carrello di 1 italiano su 2, soprattutto insalate pronte. Questa tipologia di alimenti (che include anche sughi, surgelati, caffè in cialde, piatti pronti refrigerati, barrette di cereali, frutta già tagliata in vaschetta e prodotti light) ha impatti molto elevati, prioritariamente dovuti alle richieste di energia nelle fasi di produzione e conservazione. Per valutare la sostenibilità dei principali alimenti, un indicatore è il rapporto fra l’energia utilizzata per la preparazione di un determinato alimento e l’apporto energetico dell’alimento stesso. Se nel 1910, nelle società pre-industriali, il suddetto rapporto era all’incirca unitario (tanta energia veniva spesa per produrlo, tanta ne restituiva in calorie l’alimento), oggi, in alcuni casi si arriva a superare quota 100 (ossia occorre 100 volte più energia per produrlo di quanta ne fornisca l’alimento). Basti pensare ai prodotti light! È evidente dunque l’importanza di essere consapevoli delle conseguenze esplicite ed implicite di natura ecologica, sociale ed economica delle proprie scelte alimentari. Non si deve rinunciare a tutto, ma provare a sostituire qualche snack con un frutto fresco e rimettersi qualche volta in più ai fornelli, per non perdere la conoscenza delle caratteristiche e proprietà dei cibi che si portano a tavola e delle tradizioni culinarie italiane.

BERE ACQUA DI RUBINETTO
L’acqua in bottiglia è totalmente insostenibile sotto il profilo ambientale. Il suo uso potrebbe essere giustificato solo laddove quella del rubinetto non fosse idonea per l'uso alimentare ma, nella gran parte delle città italiane, invece, la qualità dell'acqua di rubinetto è sicura, salubre, batteriologicamente pura e accettabile al gusto. Di contro gli italiani sono i più grandi consumatori d'Europa di acqua in bottiglia, con 192 litri a testa. Per rendersi conto dell’entità del problema basti pensare che siamo oltre 60 milioni di persone in Italia. Spesso, inoltre, si tratta solo di una questione di gusto: molti non sanno che bisogna solo lasciare riposare l'acqua per qualche ora perché il sapore diventi più gradevole. É invece un dato di fatto come l'acqua imbottigliata determini un enorme aumento dei cicli di produzione e smaltimento dei contenitori in plastica (solitamente in PET la bottiglia e in differente polimero, il tappo), nonché un inquinamento dovuto alle operazioni di trasporto, principalmente effettuate su gomma. Sotto il profilo ambientale è assolutamente insensato trasportare, per i normali consumi familiari, bottiglie di acqua da una parte all'altra del nostro Paese spostandole per migliaia di chilometri così come è insostenibile la mole di rifiuti che ogni anno deve essere di conseguenza gestita. La migliore acqua da bere non si trova necessariamente in una bottiglia: se vogliamo bere acqua pura dobbiamo porre maggiori sforzi nel proteggere fiumi, laghi e falde idriche e investire affinché l’acqua arrivi in modo sicuro alle case del consumatore attraverso i rubinetti.

EVITARE SPRECHI AI FORNELLI
Oltre a riciclare quello che avanza in cucina, anche l’uso corretto dei fornelli può aiutare a non “bruciare” risorse! Quando usi il forno, puoi decidere di mettere a cuocere più teglie insieme, cercando di evitare di aprire in continuazione il forno. Puoi, inoltre, spegnere qualche minuto prima dell’avvenuta cottura, ultimandola con il calore residuo. Un’altra potenziale forma di risparmio è legata all’uso del coperchio capace di ridurre i tempi di cottura e l’energia utilizzata. In questo la pentola a pressione è maestra: dimezza i tempi ed è ottima per soprattutto per cibi che vanno lessati, stufati o cotti al vapore. Occhio alla fiamma: è importante scegliere pentole e fornelli proporzionati tra di loro, infatti solo il calore che raggiunge il fondo della pentola è utile alla cottura…se la fiamma va oltre i bordi spreca energia e brucia i manici!