APPROFONDIMENTI: il Laser




Cos’è la luce?





La luce visibile è un’onda elettromagnetica.
Un’onda elettromagnetica si crea quando i campi elettrici e magnetici hanno una variazione e questa si diffonde nello spazio proprio come un’onda nel mare. A seconda dell’energia presente, si hanno lunghezze d’onda diverse (cioè diverse distanze tra due creste di un’onda) e più l’energia è alta più la lunghezza d’onda è breve, determinando diversi tipi di radiazioni elettromagnetiche: nell’ordine (da quelle con più energia e minore lunghezza d’onda a quelle con meno energia e maggiore lunghezza d’onda) abbiamo raggi gamma, raggi X, raggi ultravioletti, luce visibile, raggi infrarossi, microonde e onde radio. Tutte queste radiazioni compongono lo spettro elettromagnetico.

lo spettro elettromagnetico

La luce visibile è appunto un’onda elettromagnetica con una lunghezza d’onda che va all’incirca dai 390 ai 700 nanometri, ovvero dal rosso al violetto, ma al tempo stesso si comporta come se avesse una massa (ad esempio viene deviata dalla gravità dei grandi corpi celesti) per questo motivo la luce può essere descritta come un flusso di particelle indivisibili e prive di massa che si chiamano fotoni. [Questa doppi natura della luce viene detta paradosso quantistico. In questo momento non serve entrare nel dettaglio, ma chi fosse interessato può leggere questo articolo sulla meccanica quantistica spiegata in parole semplici]


Se prendiamo un fascio di luce e facciamo in modo che colpisca un prisma di vetro con una certa angolazione, sulla tavola vedremo i vari colori che compongono la luce. Il motivo è semplice: la luce viene deviata dal prisma e, al suo interno, lo spettro dei colori rallenta in modo diverso a seconda della lunghezza d’onda. Il violetto rallenta di più, mentre il rosso rallenta di meno. Di conseguenza, arriveranno sul tavolo separati.
  

C’è luce e luce

La luce, si sa, riscalda e illumina.
Senza i raggi del Sole non esisterebbe vita sulla Terra, ma se questo è noto a tutti, meno noto è che la luce può anche sostituire il bisturi di un chirurgo, trasportare informazioni a grande distanza, forare e tagliare materiali durissimi come il diamante. È ciò che può fare la luce prodotta dal laser, un dispositivo brevettato nel 1958 dai fisici statunitensi Arthur Schawlow e Charles Hard Townes.
Tra la luce del Sole, o quella di una comune lampadina, e la luce laser esiste all’incirca la stessa differenza che c’è tra un rumore e un suono: il suono è un fenomeno ordinato e coerente mentre un rumore è il suo contrario.


In un fascio di luce normale i fotoni si muovono in modo disordinato: hanno diverse lunghezze d'onda e si spostano in direzioni diverse, di conseguenza, se non ci sono ostacoli la luce si diffonde nello spazio circostante in ogni direzione. Viceversa, in un fascio di luce laser i fotoni sono emessi nello stesso istante (luce coerente), si muovono in maniera sincronizzata tutti nella stessa direzione e hanno la stessa lunghezza d'onda (di conseguenza la luce laser è monocromatica, cioè, ha un solo colore). La luce laser, infine, non si diffonde nello spazio, ma è concentrata in un punto preciso generando un fascio di luce, molto sottile e intenso nonché facilmente direzionabile. Per questa ragione vediamo nell'oscurità la lucetta dei dispositivi di puntamento laser: la zona intorno al punto luminoso resta buia perché non è colpita dai fotoni.


Per certi aspetti il laser somiglia un po’ a un corpo di ballo dove tutti i danzatori (le particelle luminose) sono perfettamente sincronizzati ed eseguono contemporaneamente gli stessi movimenti.

Come funziona un laser

La parola laser è l’acronimo dell’espressione inglese Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation cioè amplificazione della luce per mezzo dell’emissione stimolata di radiazioni.
Come suggerisce il nome, il laser funziona proprio grazie all’emissione stimolata, un fenomeno già previsto da Einstein nel 1917, ma che solo nel 1958 ebbe la sua prima realizzazione pratica. Secondo la teoria di Einstein gli elettroni che orbitano introno al nucleo di un atomo non hanno tutti la stessa energia, e possono assorbire energia dal l’esterno. Dopo un certo tempo però essi rilasciano l’energia prima assorbita emettendo un fotone (una particella luminosa). In un laser gli elettroni, sollecitati da una fonte di energia esterna, rilasciano l’energia assorbita tutti contemporaneamente come dei nuotatori che si tuffano in acqua quando sentono il fischio d’inizio della gara. Il risultato è una luce coerente e monocromatica.

Tutti i laser sono costituiti da tre componenti:
Una sorgente esterna detta pompa (1);
Il mezzo laser attivo (che può essere costituito da una miscela di gas, da un corpo di o da fibre di vetro);
Il risonatore (6 e 7).


La sorgente (1) pompa stimola (2) il mezzo laser (in rosso nell'immagine) fornendo energia, dopo un certo tempo il mezzo laser rilascia spontaneamente l’energia assorbita (3) sotto forma di luce (radiazione luminosa) che viene amplificata dal risonatore. Quest’ultimo è formato da una coppia di specchi (6 e 7) posti l’uno di fronte all’altro: i fotoni generati dalla stimolazione, muovendosi da uno specchio all’altro (4), colpiscono nuovamente il mezzo laser che emette nuovi fotoni (5) con la stessa frequenza dei fotoni già presenti e il processo si ripete. Parte della radiazione luminosa così ottenuta filtra all’esterno (8) e forma il fascio laser.

Una luce tuttofare

Per molti anni dopo essere stato inventato, il laser veniva visto come una scoperta degna della fantascienza, ma poco adatta agli usi pratici, tanto che qualcuno la definì una soluzione in cerca di un problema. Oggi invece la situazione si è completamente ribaltata e in molti campi il laser ha soppiantato le vecchie tecnologie perché costa di meno e dà garanzia di risultati migliori.
Come abbiamo visto la radiazione laser ha due proprietà fondamentali: la Monocromaticità (una sola lunghezza d'onda e quindi da un solo colore) e la Coerenza elevata che rende le onde del laser approssimativamente parallele. In virtù di queste proprietà la luce del laser mantiene la propria intensità per lungo tempo e, grazie alla coerenza, può essere direzionata con precisione anche con l’aiuto di lenti.


Intensi fasci laser sono usati nell’industria per tagliare e saldare i materiali grazie alle alte temperature raggiunte, ma il laser agisce anche come un bisturi per operare nelle zone più difficili da raggiungere, per cicatrizzare rapidamente tessuti che si sono lacerati, per correggere la curvatura della cornea negli interventi di riduzione della miopia o per rimuovere le cellule malate nella cura dei tumori.

schema di un intervento di correzione della miopia con tecnologia laser

Un raggio laser riflesso da uno specchio permette di misurare con grande precisione le distanze se si cronometra il tempo che impiega il raggio laser nel tragitto di andata e ritorno verso uno specchio. La distanza Terra-Luna è stata misurata con la precisione di 15 cm grazie a un fascio laser e a uno specchio collocato sul nostro satellite dagli astronauti della missione Apollo 11.

lo specchio catarifrangente posto dagli astronauti della missione Apollo 11 sulla superficie della Luna

Con un principio simile funzionano i laser dei lettori di compact disc, DVD e codici a barre.
La superficie riflettente di un CD/DVD presenta dei rilievi e dei tratti piatti


Quando il laser colpisce il bordo di un rilievo viene riflesso all’indietro e letto dal sensore ottico che le si associa un segnale 1. Quando il laser colpisce una zona piatta la luce viene diffusa e le si associa un segnale 0. L’informazione contenuta in un CD/DVD `e quindi letta come una sequenza di 0 e 1 che sono poi tradotti prima in segnali elettrici e poi in suoni e immagini.