coppa greca in terracotta smaltata decorata a figure arancioni, 480 a.c. |
Conoscere i materiali ceramici
Conoscere il ciclo di produzione dei materiali ceramici e le loro diverse lavorazioni
Imparare nuove parole e nuovi termini specifici
COSA DEVI RICORDARE?
La differenza tra risorsa, materia prima e materiale
La differenza tra materiali naturali e materiali artificiali
Cosa è il ciclo produttivo
La differenza tra prodotto e semilavorato
vaso giapponese in terracotta, del neolitico 5.000 a.c. |
giara cinese decorata del neolitico. 2.000 a.c. |
statuetta precolombiana, IV secolo a.c. |
INDICE
1.COSA E' LA LA CERAMICA2.QUANTI TIPI DI CERAMICA?
3.LA MATERIA PRIMA
4.LA PRODUZIONE DELLA CERAMICA
5.I LATERIZI
6.PRODUZIONE E PROPRIETA' DEI LATERIZI
statuetta in porcellana, Germania XVIII secolo |
1.COSA E' LA CERAMICA
Con il
termine prodotti ceramici (o più semplicemente ceramica) si intende una famiglia
di materiali artificiali, cioè materiali che non esistono in natura, ma vengono
prodotti dall'uomo trasformando materie prime naturali. Essi si ottengono per
modellazione di materie plastiche naturali (principalmente argille), materiali
fondenti, materiali sgrassanti e coloranti che vengono impastati con acqua,
cotti e successivamente rivestiti con uno smalto colorato.
Tra le
principali proprietà delle ceramiche possiamo riconoscere:
lucentezza;
impermeabilità
e pulibilità: la superficie vetrificata di alcune ceramiche crea una pellicola
protettiva, dura e liscia che li rende impermeabili e facili da pulire;
scarsa conducibilità termica ed elettrica: che permette di usare le ceramiche come
ottimi isolanti;
durezza:
resistono a graffi e sfregamenti
fragilità: non sopportano urti improvvisi.
refrattarietà:
resistono alle alte temperature;
resistenza
alla compressione;
lavorabilità:
ma solo prima della cottura, dopo diventano indeformabili
2.QUANTI TIPI DI CERAMICA?
Le ceramiche si dividono in due grandi famiglie: le ceramiche a pasta porosa e le ceramiche a pasta compatta
Le
CERAMICHE A PASTA POROSA vengono cotte a basa temperatura (massimo 1.000° C) in
modo che all'interno dell'impasto si formino piccolissime bolle d'aria che
rendono la ceramica, appunto, porosa. Per questa ragione le ceramiche a pasta
porosa sono permeabili (assorbo l'acqua con la quale vengono a contatto) e si
lasciano graffiare facilmente. Si tratta, quindi, di un materiale meno pregiato e
meno costoso; appartengono a questo gruppo la terracotta, le terraglie.
Le
ceramiche a pasta porosa possono essere rese impermeabili applicando
sull'oggetto, dopo una prima cottura, uno strato di smalto colorato o un
rivestimento trasparente simile al vetro (chiamato vetrina) ed effettuando, successivamente,
una seconda cottura (si parla per questo di biscotto).
Il prodotto
così rivestito è detto smaltato o invetriato.
Le
CERAMICHE A PASTA COMPATTA vengono cotte ad alte temperature, in modo da fare
evaporare completamente l'aria contenuta nell'impasto ed evitare la formazione
di bolle, così facendo la pasta acquisisce maggiore compattezza. Le ceramiche a
pasta compatta hanno quindi buone caratteristiche di impermeabilità ai liquidi
e ai gas (non assorbono gli odori) e resistono ai graffi e agli sfregamenti
senza dover essere smaltate o invetriate. Sono i prodotti ceramici più pregiati
e costosi e vengono utilizzati per produrre apparecchi sanitari, stoviglie di
alta qualità, piastrelle e oggetti decorativi. Appartengono a questo gruppo il
grès e la porcellana.
Esaminiamo
più nel dettaglio i principali prodotti ceramici
La
terracotta
La
terracotta è una ceramica a pasta porosa che viene cotta ad una temperatura
inferiore ai 1000°C (tra i 930 e i 960°C). Si tratta del più antico tipo di
ceramica e ha una tipica colorazione che va dal giallo al rosso mattone, dovuta
alla presenza nell’impasto di minerali di ferro che migliorano anche le
proprietà meccaniche del materiale. Vengono utilizzate sia al naturale,
soprattutto per i materiali da costruzione o per vasi e brocche), oppure con un
rivestimento decorativo come nel caso del vasellame da cucina: tazze, piatti....
I laterizi sono una particolare famiglia di terracotte utilizzata nei materiali
da costruzione
vasi in terracotta |
vasellame in terracotta smaltata |
Le
terraglie
Le
terraglie sono ceramiche a pasta porosa dal tipico colore bianco
(ottenuto per la presenza di quarzo nell’impasto) e ricoperte da una vernice
trasparente, create dai ceramisti inglesi nel XVIII secolo come alternativa
economica alla porcellana. L’impasto
viene sottoposto a una prima cottura, intorno ai 1.200°C e a una seconda
cottura per l’applicazione dello smalto; viene impiegata per la fabbricazione
di articoli igienici, pentole, tegami, vasellame per la tavola, oggettistica in
genere e servizi di piatti.
Il Grès
Il Grès è un materiale
ceramico a pasta dura ottenuto per cottura ad alte temperature (tra 1200 e
1350°C) fino quasi alla vetrificazione dell'impasto (che assume cioè un aspetto
simile a quello del vetro) in modo da renderlo compatto, poco poroso e
impermeabile. Può essere smaltato o invietrato come tutti gli altri prodotti
ceramici e viene utilizzato per produrre recipienti per alimenti, tubazioni per
liquidi e mattonelle per pavimenti o per rivestimenti. Il Grès porcellanato è
un grès di qualità superiore che si ottiene a partire dl caolino (un
particolare tipo di argilla usato per produrre la porcellana) che conferisce a
questo grès particolari caratteristiche di compattezza, impermeabilità,
resistenza allo sfregamento e resistenza alla flessione.
La porcellana
La
porcellana è stata inventata in Cina attorno al VIII secolo. Il componente
principale è un particolare tipo di argilla bianca: il caolino (dal nome della
collina cinese di Kau-Ling dalla quale gli europei iniziarono a estrarre questa
argilla nel XVIII secolo) al quale vengono aggiunti silice e feldspato, quest'ultimo con funzione in quanto abbassa notevolmente la temperatura di cottura della ceramica (circa
1280°C).
elemento decorativo in porcellana di Capodimonte
|
vasellame in porcellana |
A causa
della presenza di silice la pasta di porcellana è vetrificata (quindi compatta
e impermeabile), distinguendosi dalle terrecotte e dalle terraglie, che sono
prodotti porosi, traslucida (cioè parzialmente trasparente), a differenza dei
grès che sono opachi e dura al punto da non poter essere scalfita da una punta
di acciaio. La cottura avviene solitamente intorno ai 900°C e, una volta
applicato lo smalto, il prodotto viene ricotto a 1400°C. Le porcellane variano molto per colore,
trasparenza e leggerezza in funzione delle percentuali dell’impasto e
dell’aggiunta di eventuali elementi; vengono utilizzate per la realizzazione di
vasellame, piatti, tazze da cucina e oggetti da decoro e, in edilizia, per la
fabbricazione di apparecchi sanitari.
3.LA MATERIA PRIMA
Alla
base dei materiali ceramici c’è l’argilla, una tipo di roccia sedimentaria che
si è formata a partire dall'erosione di rocce preesistenti. Successivamente le
particelle finissime di queste rocce sono state trasportate a valle dai fiumi e
qui si sono accumulate nel corso di milioni di anni formando diversi strati di
argilla di qualità diversa in base alle rocce di provenienza. L'argilla più
pura e pregiata è il caolino, con il quale si realizza la porcellana.
scogliere di argilla negli Stati Uniti |
All’argilla
possono inoltre essere aggiunte altre sostanze come sgrassanti (che aiutano
nella fase di modellazione essendo l'argilla pura molto scivolosa) e fondenti
(che abbassano la temperatura di cottura ).
4.LA PRODUZIONE DELLA CERAMICA
La produzione dei prodotti ceramici comporta le seguenti operazioni fondamentali:
1.
Estrazione dell'argilla. I giacimenti di argilla si presentano a strati,
diversi per plasticità, colore, densità, ecc. L'estrazione si esegue con pale
meccaniche in cave o miniere a cielo aperto. Le operazioni di estrazione hanno
un notevole impatto ambientale e stravolgono l'area prescelta; per questo,
quando lo sfruttamento della cava è esaurito, sono necessarie opere di
ripristino ambientale, a volte molto complesse.
2.
Preparazione dell'impasto. L'argilla, opportunamente stagionata, per eliminare
le impurità e il contenuto di acqua in eccesso, viene miscelata e macinata con
l’aggiunta di sostanze sgrassanti e fondenti, dopodiché questa miscela viene
impastata con acqua per ottenere una pasta lavorabile.
3.
Formatura. L'impasto viene modellato, con tecniche diverse, nella forma
desiderata:
a mano,
per oggetti pregiati o vasellame comune utilizzando anche il tornio;
per
colatura in stampi di gesso per la fabbricazione di elementi igienico-sanitari
come water, lavabi, vasche da bagno, piatti doccia ecc;
per
pressatura in forma (ottenimento di piastrelle, tegole),
per
trafilatura (mattoni pieni, forati, tavelle, tegole).
4.
Essiccamento. Una volta formati gli elementi, questi devono subire un graduale
essiccamento, per ridurre al minimo la quantità di acqua contenuta; esso può
essere effettuato in appositi essiccatoi ma anche all’aperto, sotto una tettoia
che protegga dalla pioggia e dai raggi solari.
5.
Cottura. In questa fase l'argilla perde la sua plasticità e acquista durezza e
resistenza. La cottura avviene in forno a temperature variabili a seconda dei
prodotti, da 900°C, a 1050°C per i laterizi e da 950°C, a 1400° per tutti gli
altri prodotti ceramici.Durante la fase di cottura avviene il cosiddetto
ritiro, per effetto dell'evaporazione dell'acqua contenuta nell'impasto,
l'impasto stesso riduce il proprio volume. Per evitare che, per effetto del
ritiro si possano fermare crepe che potrebbero danneggiare il prodotto fino a
romperlo, dopo alcune ore il forno viene spento e i pezzi sono lasciati
raffreddare lentamente, per evitare che si formino crepe.
6.
Rivestimento e decorazione. Per rendere la superficie dei prodotti ceramici del
colore e dell'aspetto voluti, vengono spalmati lo smalto o la vetrina per
ottenere, rispettivamente, una finitura opaca o una finitura trasparente. Le
decorazioni vengono normalmente eseguite con colori resistenti alle alte
temperature della seconda cottura.
7. Cottura
del rivestimento. Il rivestimento viene fissato tramite un'ulteriore cottura in
modo che Il prodotto acquisisca così le sue definitive caratteristiche
estetiche, di durezza, di brillantezza e di resistenza.
5.I LATERIZI
tavoletta d'argilla incisa con caratteri cuneiformi, 2.400 a.c. |
porta di Ishtar a Babilonia, 575 a.c., interamente rivestita con mattoni smaltati e decorati. Attualmente conservata al Pergamonmuseum a Berlino
|
Colosseo, Roma, 80d.c. struttura in mattoni rivestita con lastre di marmo |
In base all’uso, i laterizi si possono classificare in:
Laterizi per strutture verticali
tipologie di laterizi mdoerni |
Laterizi per strutture verticali
Mattoni:
sono probabilmente i laterizi più comuni e vengono utilizzati per strutture
portanti negli edifici in muratura o per i tamponamenti interni (i muri che
separano le stanze all’interno di un edificio) negli edifici in cemento armato.
Possono essere compatti o forati.
mattone pieno |
mattone forato |
Blocchi:
sono di dimensioni più grandi dei mattoni e vengono utilizzati per i
tamponamenti esterni. Per questo motivo devono contribuire all’isolamento
termico dell'edificio. L’isolamento termico viene realizzato per mezzo dei fori
di cui sono dotati i blocchi: quando il freddo attraversa il blocco trova
nell’aria contenuta nei fori un ostacolo da aggirare, rallentando quindi il
raffreddamento. I fori dei blocchi assumono anche altri due compiti importanti.
Facilitano l’unione di un blocco con l’altro, poiché la calce che li unisce può
penetrare nei fori e saldare in modo più resistente due blocchi sovrapposti;
permettono di far passare dei ferri che, avvolti dalla calce, forniscono
ulteriore resistenza alla struttura
blocco forato in laterizio |
tamponamenti esterni in un edificio in cemento armato |
muratura di tamponamento con blocchi in laterizio |
Laterizi per strutture orizzontali
Pignatte: sono dei blocchi forati utilizzati per la costruzione dei solai. Nel caso delle pignatte i fori servono per alleggerire il solaio che vanno a costituire. Non hanno funzione portante, ma servono per formare lo strato che verrà poi ricoperto col cemento e rivestito di malta e piastrelle, in modo da rendere il solaio calpestabile. Le forme sono varie e servono a facilitare l’unione con il cemento e l’appoggio sui travetti.
pignatta in laterizio |
pignatte disposte per la realizzazione di un solaio |
schema di un solaio con pignatte e travetti in cemento armato, dove si nota come le pignatte servano ad alleggerire il solaio con i loro numerosi vuoti e a separare i travetti |
Tavelle
e Tavelloni: fra loro si differenziano unicamente per la loro lunghezza (dai 50
cm delle tavelle fino ai 2 metri dei tavelloni). Il ridotto spessore rispetto
alle pignatte, li rende ideali nel caso in cui è necessario realizzare solai di
spessore minimo che però sopporteranno pesi minori rispetto a quelli con
pignatte. Come per le pignatte, il solaio viene completato con un getto di
cemento, calce e la successiva posa delle piastrelle.
tavella in laterizio |
Coppo: è
una tegola dalla forma ricurva, utilizzata fin dai tempi dei Romani. Da solo può
essere utilizzato con una disposizione definita coppo-coppo, cioè file di coppi
in posizioni concave convesse, in modo tale che il coppo poggiato sul dorso
assume il compito di canaletta per lo scolo delle acque, mentre il coppo
poggiato sopra, a coprire, assume il compito di protezione, permettendo lo
scorrere dell’acqua piovana sul coppo sottostante.
coppo in laterizio |
copertura coppo-coppo |
Embrice:
è una tegola piatta, sempre utilizzata in abbinamento al coppo, nella
disposizione definita, appunto, coppo-embrice, funge da canaletta di scolo (al
posto del coppo poggiato sul dorso nel caso del coppo-coppo). Questa copertura
viene anche chiamata “alla romana” o “fiorentina”
copertura coppo-embrice |
6.PRODUZIONE E PROPRIETA' DEI LATERIZI
ciclo produttivo dei laterizi |
I
laterizi sono realizzati a partire da argilla comune e vengono modellati per
trafilatura: l’impasto di argilla viene pressato contro una matrice forata da
cui esce una lunga striscia a sezione costante La striscia viene tagliata con
un filo d’acciaio. Il materiale così ottenuto viene fatto essiccare all’aria o
in un forno di essiccazione (dove resta per circa un’ora alla temperatura di
250° C) in modo da eliminare lentamente l’acqua d’impasto presente senza che si
producano deformazioni.
I
laterizi una volta asciutti sono quindi sono impilati su un carrello ed entrano
nel forno di cottura, dove la temperatura è mantenuta a 1000°C circa, e lo
percorrono lentamente.
PROPRIETA’
DEI LATERIZI
I
laterizi impiegati nelle costruzioni devono possedere buone qualità di
resistenza, di durezza, impermeabilità e facile aderenza alle malte. Devono
presentare, di norma, colore rosso vivo e grana compatta, priva di pori e di
materiali estranei.
Porosità.
Il laterizio è un materiale poroso in grado di assorbire dall’aria l’umidità in
eccesso per poi rilasciarla gradualmente in presenza di clima secco garantendo
un condizione gradevole all'interno degli ambienti.
Imbibizione.
L’imbibizione, legata alla porosità, è la tendenza di un corpo di assorbire i
liquidi con cui viene a contatto come fanno le spugne.
Gelività.
La porosità dei laterizi può essere pericolosa in caso di gelo, la gelività è
infatti la tendenza di un materiale a fratturarsi per azione del gelo. L'acqua,
assorbita per imbibizione aumenta il proprio volume gelando e, agendo
nelle fessure del materiale, può provocarne la rottura.
Isolamento
termico. La muratura in laterizio per effetto della sua alta densità tende ad
accumulare calore per poi rilasciarlo gradualmente nell’ambiente. La
temperatura interna si mantiene in questo modo costante
Isolamento
acustico. La massa e il peso specifico di questo tipo di materiale garantiscono
un ottimo isolamento acustico.
Refrattarietà.
I laterizi resistono al fuoco e agli sbalzi di temperatura
Resistenza
a compressione. E’ la caratteristica fondamentale dei laterizi per strutture
portanti
Fragilità. I laterizi in genere hanno un comportamento di tipo fragile, cioè sono soggetti
a rottura per urti improvvisi.